L’arancio pernambucco: il gioiello agrumario del Ponente ligure

L’arancio pernambucco: il gioiello agrumario del Ponente ligure

In Liguria, soprattutto nel Ponente, gli agrumi non sono semplici frutti: sono parte integrante della storia, del paesaggio e della gastronomia. Già al tempo del Grand Tour, i viaggiatori europei restavano ammaliati dai profumi delle arance, dei limoni e dei cedri che si mescolavano alla macchia mediterranea. Tra questi protagonisti spicca un agrume poco noto, ma di straordinario fascino: l’arancio pernambucco.

L’arancio pernambucco deve il suo nome al leggendario viaggio di un marinaio del Ponente ligure, che nel Settecento tornò dal Brasile, precisamente dallo Stato di Pernambuco, con due tesori: un legno pregiato e questa varietà unica di arancio. Una pianta che, nei secoli, ha trovato casa nel clima mite della Liguria, conquistando un posto speciale tra gli agrumi locali.

Oggi la coltivazione dell’arancio pernambucco è limitata al Savonese e all’Imperiese, dove si distingue per il suo portamento maestoso e il frutto di pezzatura medio-grossa. La buccia, spessa e intensamente arancione, nasconde una polpa dal sapore fresco, croccante e lievemente acidulo.

Questa varietà, derivata da cloni locali della Washington Navel, si raccoglie precocemente. Resistente al freddo, ma poco tollerante alle gelate primaverili e al caldo eccessivo, l’arancio pernambucco è il risultato perfetto di un territorio che sa essere generoso e rigoroso al tempo stesso.

L’arancio pernambucco non è solo un piacere da gustare fresco. La sua buccia e la sua polpa si prestano magnificamente a trasformazioni culinarie: marmellate, confetture, succhi, distillati e, naturalmente, canditi. Il suo olio essenziale è tanto profumato quanto delicato, ideale per aromatizzare dolci e piatti sofisticati.

Con la sua storia esotica e la sua presenza radicata nella Liguria di Ponente l’arancio pernambucco è una testimonianza vivente del legame tra il mare, la terra e la cultura locale. Scoprirlo significa immergersi in una tradizione agrumaria unica, che affonda le radici in un passato fatto di scambi e viaggi lontani.

La ricetta di Palatifini

Insalata di arance di Pernambuco e finocchi

Un’insalata fresca e colorata che si adatta con grazia a tutte le tavole invernali, ideale per accompagnare secondi piatti o servire come entrée elegante. L’incontro tra le arance succose e i finocchi croccanti crea un’armonia di sapori che ben rappresenta la semplicità della cucina mediterranea.

Ingredienti:

4 arance di Pernambucco mature e succose
2 finocchi freschi e teneri
1 cipolla rossa di Tropea
1 manciata di olive nere, meglio se al forno
Il succo di un’arancia
4 cucchiai di olio extra vergine di oliva
Sale fino q.b.
Pepe nero appena macinato
Qualche fogliolina di menta fresca
Per una variante originale: aggiungete filetti di acciughe del Cantabrico e una manciata di pinoli italiani leggermente tostati.

Preparazione:

Pelate la cipolla e affettatela finemente, lasciandola riposare in acqua fredda per attenuarne il sapore pungente. Dedicatevi quindi alle arance: pelatele al vivo, eliminando sia la scorza sia la pellicina bianca, e tagliatele a rondelle spesse circa mezzo centimetro. Disponetele su un ampio piatto da portata, sovrapponendole leggermente.

Pulite accuratamente i finocchi, eliminando le foglie esterne più dure, quindi affettateli sottilmente utilizzando una mandolina, se disponibile, per ottenere fettine uniformi. Adagiate i finocchi sopra le arance, creando un gioco di strati.

Scolate le cipolle, asciugatele bene e spargetele sull’insalata. A parte, preparate un’emulsione mescolando il succo d’arancia con l’olio, un pizzico di sale e una macinata di pepe nero. Versate questa vinaigrette generosamente sull’insalata, lasciando che i sapori si amalgamino.

Per completare, decorate con le olive nere e qualche fogliolina di menta. Se desiderate, arricchite il piatto con acciughe e pinoli per un tocco raffinato.

Lasciate riposare l’insalata per una decina di minuti prima di servirla, affinché ogni ingrediente esprima al meglio il proprio sapore.
Portate in tavola e godetevi un contorno che è un vero inno all’inverno mediterraneo!

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