Istruzioni per l’uso: Come si legge l’etichetta del caviale?
Sfatiamo subito un mito. No, non è vero che le uova degli storioni di allevamento sono di qualità inferiore rispetto a quelle degli esemplari selvatici: test di degustazione “alla cieca” hanno dimostrato come in realtà sia impossibile notare la differenza; inoltre, è sempre più raro trovarne in commercio di caviale di storione selvatico, perché a causa di anni di pesca indiscriminata molte specie di questo pesce sono ormai a rischio estinzione, per cui si è deciso di regolamentarne il mercato internazionale.
Comunque, qualora il consumatore fosse intenzionato ad acquistarlo sarà aiutato nella sua scelta dall’indicazione sull’etichetta di “W” (wild / selvaggio) o “C” (captive / allevamento) – e gli sarà pure possibile di sapere il paese d’origine dello storione, l’anno di produzione, il numero del lotto d’origine e il codice di tracciamento dello stabilimento in cui il caviale subisce le ultime lavorazioni. Per verificarlo basterà scrivere nella barra di ricerca di Google il codice e si troveranno siti specializzati nella raccolta di questi dati.
Tutte queste informazioni ci sono utili perché alla fine ciò che rende di qualità un caviale è il suo processo di lavorazione e l’unica vera garanzia che abbiamo è la massima trasparenza da parte dei produttori 1
Abbiamo tralasciato di proposito la prima sigla. Be’, BAE = Baeri è fin troppo facile. Ma non tutti i nomi scientifici dello storione corrispondono a quello comunemente conosciuto: “Huso huso” è il beluga mentre “transmontanus” è ciò che noi chiamiamo storione bianco…
Quindi piccolo quiz finale: e se leggete GUE, di che caviale stiamo parlando? (indizio: il gusto di questo caviale ricorda quello delle nocciole.)
Per vedere la risposta basta selezionare il testo nascosto che segue (è scritto in bianco)
Con le uova dell’Acipenser gueldenstaedtii, lo storione del Danubio, si produce il caviale oscietre (o oscietra / ossietra).