Cos’è il Plancton Marino e perché non sarà solo una moda
L’assaggio e poi la sorpresa. Quando le nostre papille incontrano per la prima volta quel verde brillante che è il Plancton Marino ci troviamo un po’ a frastornati, restii a credere alla nostra risposta sensoriale: non sembra vero che un unico elemento riesca da solo a incarnare tutte le infinite sfumature aromatiche degli ingredienti che nascono nel mare.
Il Plancton Marino è ottenuto dalla lavorazione di fitoplancton, più precisamente della microalga Tetraselmis chuii. Quindi no, non stiamo parlando di quei minuscoli gamberetti che solitamente associamo all’immagine “plancton”: in quel caso il termine giusto è “zooplancton”, ovvero organismi animali, mentre il Plancton Marino è un ingrediente 100% vegetale. La microalga Tetraselmis chuii è coltivata in un vero e proprio “orto marino”, un ambiente controllato che riproduce le condizioni presenti nell’ecosistema del Parco nazionale di Doñana, un’area protetta del Sud della Spagna, sede di Veta la Palma, la realtà d’avanguardia gastronomica che ha ideato questo nuovissimo ingrediente (la prima commercializzazione del Placton Marino infatti risale a soli 5 anni fa).
Ciò che rende veramente interessante il Plancton Marino sono le sue enormi potenzialità, che lo hanno fatto assurgere immediatamente a nuovo classico dell’alta cucina. Può essere usato sia come ingrediente principale di un piatto che come “insaporitore”… che poi chiamarlo insaporitore è un eufemismo: basta un grammo per trasformare una ricetta, portando a galla un’espressione autentica di mare. Il Plancton Marino è comunemente presentato liofilizzato e ciò ci permette poi di scegliere la tecnica che più preferiamo: si va dalla marinatura e al condimento fino alla gelificazione e la sferificazione. Inoltre questo ingrediente è diventato a sua volta la base di altre preparazioni originali firmate; le prime di molte, visto il carattere innovativo in quel di Veta la Palma.
Ottimo esempio è il condimento di Placton e olio di oliva, nato dalla collaborazione con lo chef Ángel León, 3 stelle michelin. All’apparenza semplice, nasce però dall’urgenza di trovare un elemento che impersonifichi pienamente l’equilibrio tra salinità e dolcezza, riuscendo allo stesso tempo a intensificare le qualità organolettiche già caratteristiche del piatto da condire.