IL MAL DI GENOVA
La prima cosa che colpisce di Genova é il suo aspetto.
Guardala dal mare, basta andare al Porto Antico in fondo in fondo, dopo i Magazzini del Cotone.
Aggrappata ai monti, distesa come una languida signora su un sofà, con le case vicine vicine, i colori, le cupole delle chiese che si ergono al di sopra delle case … poi … piano piano allargando lo sguardo … il verde dei monti e l’azzurro del cielo …
Da togliere il fiato!
E’ lì, grande e pur raccolta domina il mare mentre aggredisce il monte.
Mette soggezione … ma quella soggezione dolce e piena d’amore che si ha talvolta per la nonna severa e pur dolcissima che ricordiamo quando eravamo piccoli …
LA SUPERBA …
Dopo averne preso una visione d’insieme ci si avvicina … ed ecco i suoi vicoli, la luce dorata che li inonda, in certi tratti l’ombra spezzata da una spada di sole che si fa strada tra gli alti tetti, gli entroni bui e severi ma architettonicamente opulenti, i negozi di pesce e di frutta e verdura con le vive e coloratissime merci esposte all’esterno, i fiorai, le piccole botteghe antiche anche se colme di roba moderna …
I mercati dove i richiami dei venditori sono musica … non sono urla becere e volgari ma voci forti, sicure e musicali.
“Pesci donneeeeeeeeeeeeeeeeeeee!”
“Bughe che bagiaaaaaaaaaaaaaaaaaaan, rombo co pa’ vitellaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!”
“Miae che belle perseghe donneeeeeeeeeeeee. E catteghele e perseghe a vostro majoooooooooooooooooo!”
E gli odori … le friggitorie, i panifici …
L’odore di Genova, quell’odore di salmastro che spacca le narici, l’odore di fritto, di focaccia calda, di pesce, di pesto …
I vicoli stretti, i panni bianchissimi e quelli coloratissimi stesi come bandiere …
Il vento … quel vento amato ed odiato a seconda delle stagioni, quella tramontana prepotente che d’estate solleva corpo e spirito e d’inverno penetra sin nelle più nascoste fessure del cappotto e contro la quale nulla si può fare.
Ma quella tramontana é la stessa che permette di vedere un cielo azzurro anche in una città dove le fabbriche non mancano, che permette di abbracciare con lo sguardo tutta la parte visibile della Riviera, di là sino a Portofino e di qua sino a Savona in quella corona di azzurro e verde che occhio umano non potrà dimenticare mai.
E poi la sua gente…laboriosa, severa, altera…che va per la sua strada con aria seria ma che é pronta ad allargarsi in un sorriso luminoso non appena incontra un amico, quelle risate a piena gola, quel dialetto aspro e pur dolce con la sua cadenza discendente, le E strette e le S morbide…la loro generosità, la loro ospitalità (dapprima diffidenti verso lo “straniero” ma non appena si accorgono che la persona é positiva gli aprono la casa e le braccia).
Chiusi? Nooooooooooooo prudenti ed equilibrati.
Parsimoniosi ma non avari, allegri e compagnoni ma non chiassoni, sensibili ma non mollaccioni, generosi ma non scemi, focosi ma non violenti…
Tutto questo é un qualcosa che non riconosci inizialmente, quello che ho descritto ti entra nell’anima in silenzio e subito non te ne rendi conto … però senti di amarla questa città, senti il suo fascino …
All’inizio ti fai domande e non capisci, poi piano piano te ne rendi conto … hai il mal di Genova!
MMCG (una Senese che vive a Genova da oltre mezzo secolo)